Il tuo corpo vive nel passato, la tua mente è proiettata nel futuro.

Corpo e mente si congiungono nel presente quando pratichi lo Yoga.

B.K.S. Iyengar

STORIE DI ASANA a cura di Anna Kunkl

Un podcast settimanale di pochi minuti legato alla lezione del venerdì alle ore 13:00: i nomi di molte posizioni (asana) hanno una storia antica, una lunga tradizione e un messaggio per noi. Il resto ce lo mette la fantasia, l'immaginazione e, perché no, anche la nostra letteratura occidentale.

STORIE DI ASANA

Podcast 10 - PADMASANA

STORIE DI ASANA

Podcast 11 - TADASANA

STORIE DI ASANA

Podcast 7 - NATARAJA

STORIE DI ASANA

Podcast 8 - MATSYENDRA

STORIE DI ASANA

Podcast 9 - VISHNU/MATSYA

STORIE DI ASANA

Podcast 4 - SIDDHA

STORIE DI ASANA

Podcast 5 - HANUMAN

STORIE DI ASANA

Podcast 6 - GARUDA

STORIE DI ASANA

Podcast 1 - VIRABHADRA

STORIE DI ASANA

Podcast 2 - MARICHI

STORIE DI ASANA

Podcast 3 VASISTHA

LA LETTURA

a cura di Gabriele Bonetti

Il nemico interiore

(tratto da: Ken McLeod, Le trentasette pratiche del Bodhisattva di Tokmé Zongpo, Roma, 2015, pagg. 106-109)

I veri nemici non sono fuori ma dentro di noi! Coltivare nella propria mente sentimenti di rabbia, di rancore, di invidia... danneggia prima di tutto noi stessi: quanto spesso ci facciamo male da soli. Invece che reagire o tentare di sopprimere questi sentimenti, è importante conoscerli e saperli gestire. Questi semplici suggerimenti ci possono essere di aiuto.

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Un semplicissimo esercizio...

(tratto da: Ken McLeod, Le trentasette pratiche del Bodhisattva di Tokmé Zongpo, Roma, 2015, pagg. 113-117)

Si possono spendere tante parole per spiegare che cosa è e come si fa meditazione, ma il più delle volte si tratta di parole inutili e di tempo perso. Perché la meditazione è essenzialmente una pratica, cioè una esperienza che può essere solo vissuta in prima persona. Queste quattro paginette ci guidano a sperimentare direttamente un semplicissimo esercizio di meditazione: fatelo per davvero, in pratica, e ripetetelo con un po' di costanza, vale più di mille spiegazioni!

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Te stesso e il Meditazione: cosa è e cosa non è

(tratto da: J. Krishnamurti, Libertà dal conosciuto, Roma, 1973, pagg. 120-122)

Ancora una volta è bene ribadirlo: meditazione non è concentrazione! Non è sforzo per tenere la mente ferma, non è controllo del pensiero, non è una lotta disperata contro le distrazioni! Meditazione è piuttosto completa apertura "alla totalità della vita in cui ogni forma di frammentazione viene a cessare". E da questa apertura al presente sgorga il silenzio. Solo allora può forse nascere l'amore, perché "l'amore può nascere solo quando c'è un completo silenzio in cui colui che medita è del tutto assente".

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Te stesso e il mondo

(tratto da: Dhammapada, La via della libertà, a cura di F. Rondolino, Milano 2008, pagg. 47-51)

E' un'illusione pensare che la nostra realizzazione personale e la nostra felicità dipendano dalle condizioni esterne: solo attraverso il lavoro su se stessi si determinano le condizioni per una reale trasformazione positiva dell'esistenza.

"Sei tu il signore di te stesso: chi altri potrebbe esserlo? Domato te stesso il tuo signore sarà invincibile!"

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Lo sciocco e il saggio

(tratto da: Dhammapada, La via della libertà, a cura di F. Rondolino, Milano 2008, pagg. 21-27)

Poche brevi parole indicano con straordinaria lucidità il comportamento dello sciocco e del saggio: per tutta la vita uno sciocco può frequentare un saggio ma non riuscirà mai a vedere le cose come sono, come il mestolo non sente il sapore della zuppa... Se invece ti dovesse capitare un amico saggio che vede i tuoi difetti e te li rimprovera, seguilo come seguiresti la mappa di un tesoro...

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La mente

(tratto da: Dhammapada, La via della libertà, a cura di F. Rondolino, Milano 2008, pagg. 13-15)

Lo sappiamo e lo sperimentiamo ogni giorno: la mente si agita e si divincola continuamente tra mille pensieri come un pesce gettato a riva . Questa è la causa ultima di tante nostre sofferenze.

Questo terzo capitolo del Dhammapada esorta a prendersi cura della propria mente: "Quando la mente è serena e presente a se stessa i pensieri non ti inquietano più né il male ti sembra possibile, sei vigile e attento, non hai paura".

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Consapevolezza

(tratto da: Dhammapada, La via della libertà, a cura di F. Rondolino, Milano 2008, pagg. 9-11)

Una sola, semplice parola: consapevolezza. E in questa semplice parola c'è il segreto della felicità: "Sei felice perché sei consapevole, hai allontanato da te la disattenzione, i miraggi non ti incantano più. La liberazione è vicina!". Una semplice parola, tanto facile da pronunciare, drammaticamente difficile da praticare.

Questo secondo capitolo del Dhammapada è un breve, intenso inno alla consapevolezza come sentiero verso il proprio sviluppo personale.

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La scelta

(tratto da: Dhammapada, La via della libertà, a cura di F. Rondolino, Milano 2008, pagg. 3-7)

Il Dhammapada è uno dei più famosi testi buddhisti, un classico della spiritualità. In queste prime brevi strofe ci mette immediatamente di fronte a noi stessi: solo lavorando su noi stessi, solo prendendoci davvero cura della nostra mente possiamo sperare di ridurre le nostre sofferenze e attingere un qualche grado di vera serenità e felicità interiori.

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Il percorso verso la reintegrazione personale

(tratto da: A.G. Mohan, Lo yoga per il corpo, il respiro e la mente, Roma 2002, pagg. 230-234)

La meditazione, come lo yoga nel suo complesso, è un processo di sottrazione, non di addizione: si tratta di lasciarsi alle spalle e lasciar andare idee, opinioni, concetti e preconcetti con tutte le reazioni mentali che essi suscitano in noi. E come ogni processo, anche la meditazione implica fasi diverse di un percorso che si evolve progressivamente. La meditazione è un percorso di scoperta che ci porta alla reintegrazione personale.

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False speranze

(tratto da: Bhartrhari, Sulla saggezza mondana, sull'amore e sulla rinuncia, Milano 1989, pagg. 168-170)

Tre brevi, folgoranti strofe del grande poeta indiano Bhartrhari per ricordarci la futilità di tante nostre speranze mal poste mentre trascorriamo giorno e notte ad inseguire obiettivi insensati...

"Bevuto il vino della presunzione, il mondo fatto di illusione s'inebria di follia"

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Chi sa una cosa val meno di chi la ama

(tratto da: Hervé Clerc, Le cose come sono. Una iniziazione al buddhismo comune, Milano 2015, pagg. 166-169)

Tutte le grandi saggezze dell'umanità assegnano un posto centrale all'amore. Il comandamento dell'amore - dice il Cristo - è il primo e il più importante di tutti i comandamenti. L'uomo che ama - dice il Buddha - ha scelto la maniera più nobile di vivere.

L'amore non è sentimentalismo, non è una emozione o una trama di sensazioni, emozioni e sentimenti... L'amore è prima di tutto un potere, una capacità: essere capaci di rendere felici. L'amore rende felice colui che è amato così come colui che ama. L'amore ha la felicità per vocazione!

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La meditazione nella vita di tutti i giorni

(tratto da: Henopola Gunaratna, La pratica della consapevolezza in parole semplici, Roma 1995, pagg. 154-156)

La meditazione non è una particolare posizione del corpo o un insieme di esercizi mentali: la meditazione è essenzialmente la coltivazione della consapevolezza e l'applicazione della consapevolezza in ogni momento della giornata. Perciò una meditazione che non viene applicata alla vita quotidiana è una meditazione sterile e limitata!

Il momento più importante della meditazione è quello in cui ci si alza dal cuscino. Proprio in quel momento comincia la parte più difficile: portare la consapevolezza nel bel mezzo delle nostre attività!

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Noi siamo quello!

(tratto da: Mooji, Prima di io sono. Il riconoscimento diretto della verità, Roma 2015, pagg. 78-82)

I pensieri compaiono e scorrono come onde sulla superficie dell'oceano, vengono notati come movimenti passeggeri. L'oceano equivale all'essere, le onde sono come la mente. Le onde sono inseparabili dall'oceano, sono la stessa cosa, entrambi sono fatti della stessa acqua.

Le nostre inquietudini, i nostri pensieri, la nostra ricerca di senso in ciò che siamo e facciamo... provengono spontaneamente e sono la manifestazione dell'essere che già da sempre siamo. Se anche passassimo mille anni a fare una pratica spirituale, alla fine dovremmo comunque tornare al punto in cui siamo proprio qui e ora...

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Un amante appassionato

(tratto da: Jalal-ud-Din Rumi, Il libro delle profondità interiori, Milano 2013, pag. 208)

Prima viene l'esperienza, poi forse le parole per esprimerla. Prima viene la realtà, poi la riflessione e le razionalizzazioni. Se invertiamo l'ordine, viviamo nelle fantasie delle nostre proiezioni, nelle angosce delle paure e nelle illusioni dei desideri. Rumi ristabilisce l'ordine naturale delle cose: solo se sei sempre un amante appassionato fai esperienza della verità nell'incontro con la realtà, come un bambino che trova piacere e forza nel latte della madre, anche se non è in grado di dare a parole spiegazioni o precisazioni.

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L'autoliberazione spontanea dei pensieri

(tratto da: James Low, Esserci. Un commento a "Lo specchio del chiaro significato", Roma 2005, pagg. 108-112)


A proposito della meditazione c'è un equivoco molto frequente: ci si illude di ottenere la calma mentale fermando i pensieri. Ma il flusso dei pensieri è come il vento, come una cascata in montagna: non può essere fermata. Il punto cruciale non è fermare, bloccare o respingere. Il punto cruciale è mantenere la presenza della consapevolezza: dimorare in un'apertura della mente e del cuore che accoglie tutti i fenomeni senza speranza o paura, senza desiderio o avversione, senza afferrarsi o respingere!

Rimanendo in questa consapevolezza priva di sforzo e di giudizio i pensieri continuamente sorgono e continuamente svaniscono: questa è l'autoliberazione spontanea del pensiero.

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Il vero conseguimento spirituale

(tratto da: Ma gcig, Canti spirituali, Milano 1995, pagg. 74-76)

Con la mente carica di desiderio siamo alla ricerca di avere sempre di più: più cose materiali o più soldi o più sicurezza o più amici o più prestigio... E con la stessa logica, con la stessa mente carica di desiderio possiamo anche cercare di praticare uno yoga più avanzato, di avere un maestro più famoso, di ricevere insegnamenti spirituali più esclusivi... Che sia chiaro: gli stessi insegnamenti spirituali possono diventare una catena: una catena sofisticata, ma pur sempre una catena!

"Se non si ha l'intuizione profonda che non esiste alcun conseguimento spirituale da ottenere, qualsiasi sforzo si faccia con il desiderio di ottenerlo, non sarà possibile raggiungere la liberazione".

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Consapevolezza e concentrazione

(tratto da: Dzogchen Ponlop, Il Buddha ribelle. Guida per la rivoluzione della mente, Milano 2015, pagg. 79-86)

Con la mente dispersa in tante occupazioni esterne, raramente siamo consapevoli di noi stessi, dei nostri limiti e delle nostre potenzialità, delle azioni e degli stati emotivi che talvolta somatizziamo fino a manifestare veri e propri disturbi fisici. Praticare consapevolezza e concentrazione ci rende più intimi con la nostra stessa mente: consapevolezza è la capacità di essere realmente presenti a noi stessi, qui e ora; concentrazione è la capacità di accorgerci quando la mente si allontana in modo da riportarla consapevole nel presente. E non abbiamo scuse: possiamo praticare consapevolezza e concentrazione in qualsiasi momento, mentre cuciniamo o sistemiamo casa, quando camminiamo o parliamo con gli amici...

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L' amore

(tratto da: Rumi, Poesie mistiche, a cura di A. Busani, Milano 1980, pag. 86-87)

Legare le nostre aspettative ai beni mondani è come abbracciare "un amante già morto"; ciò che ci sembra motivo di felicità spesso si rivela causa di dolore ("la rosa... ha per compagna la spina"); qualsiasi cosa è destinata a perire ("quel che di primavera è nato, d'autunno perisce"). Se vuoi conoscere l'immensità dell'amore "lascia i pensieri, abbi un cuore semplice e puro... contèmplati entro te stesso": come uno specchio luminoso è capace di riflettere qualsiasi cosa, così il cuore "non attaccato a cose riflesse" può inebriarsi dell'amore perché "Amore è tutto ciò che esiste".

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Trasformare le emozioni

(tratto da: Tulku Urgyen Rinpoche, Il risveglio. Gli ultimi insegnamenti, Roma 2006, pagg. 87-91)

Rabbia, gelosia, orgoglio, egoismo... sono come piante velenose che ci intossicano l'esistenza. Tentare di bloccarle non serve, continuano a ricrescere; cercare di sradicarle è impossibile, ne resta sempre qualche seme che prima o poi tornerà a germogliare. Ma se quando siamo coinvolti da una emozione disturbante, anziché bloccarla o sradicarla la sappiamo riconoscere come una manifestazione della natura della mente essenzialmente pura, allora sarà come imparare a trasformare quel veleno in un potente medicinale: l'energia dell'emozione stessa diventa strumento di illuminazione.

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Abbandona ogni aspettativa di risultato

(tratto da: Pema Chödrön, Il risveglio del cuore. Insegnamenti del Buddha per la vita di tutti i giorni, Milano 2004, pagg. 123-127)

Facciamocene una ragione: finché desideriamo migliorarci, non ci riusciremo mai! Come afferrarsi per i capelli e tirare verso l'alto per sollevarsi da terra... ci facciamo solo male! In definitiva, il desiderio di voler cambiare se stessi nasce da una forma di avversione e aggressività verso se stessi. Lasciamo perdere l'aspettativa di essere diversi, migliori o più "spirituali" e cominciamo ad entrare in una relazione vera, autentica e incondizionata con noi stessi!

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L'unico momento veramente importante: ora!

(tratto da: Thich Nhat Hanh, Il miracolo della presenza mentale. Un manuale di meditazione, Roma 1992, pagg. 59-63)

E' utile ricordare il passato per riflettere su ciò che è stato. E' utile prefigurare il futuro per progettare ciò che sarà. Ma sempre e solo a partire dalla concreta realtà del momento presente: perché il passato non c'è più, il futuro non c'è ancora, solo questo momento è realmente esistente. Proprio questo preciso istante è prezioso, unico e sacro. In questo "qui e ora" ci giochiamo la nostra vita!

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Lasciar andare non significa ascetismo sterile

(tratto da: Tokmé Zongpo, Le trentasette pratiche del Bodhisattva, con commento di Ken McLeod, Roma 2013, pagg. 110-112)

L'attaccamento genera dipendenza e sofferenza. Dall'altro lato rinuncia e ascetismo fine a se stessi equivalgono a negare la vita stessa. Non si tratta dunque di respingere, rifiutare o escludere, ma al contrario di aprirsi a tutto ciò che si presente nella nostra esperienza. Ciò che fa la differenza è il nostro modo di rapportarci alla realtà.

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Ciò che oscura il cuore

(tratto da: T.K.V. Desikachar, Il cuore dello yoga, Roma 1997, papp. 109-112)

Lo yoga è un sentiero di trasformazione personale. Il punto di partenza è assolutamente personale e individuale, è la mia reale condizione attuale. E il primo passo è sviluppare un atteggiamento di osservazione: osservare il proprio corpo, il proprio respiro, il proprio stato mentale...

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